Fabio Clauser più che un personaggio nell’orto è un personaggio nel bosco. Ma orto e bosco sono strettamente connessi, se allarghiamo il nostro sguardo e comprendiamo che il nostro ambiente ha un unico respiro: quello della terra che necessita di maggiore cura. Ecco allora il lavoro e il pensiero di un uomo che, superata la soglia dei 100 anni, può dire la ‘sua’ a ragion veduta.

Se siete ancora in cerca di un piccolo regalo per Natale per gli amici appassionati di natura, alberi e boschi, questi tre libri, scritti da Fabio Clauser, potrebbero approfondire il loro interesse e soddisfare le loro aspettative.

Un biologo ed esperto contadino ci parla di tutte le qualità dei germogli e ci racconta una storia in cui si sono dimostrati preziosi alleati in un momento di emergenza alimentare

Edoardo non molla. Edoardo è tenace. Edoardo ha fatto un orto senza sapere come si fa, sbagliando e imparando. Alla fine ha costruito un piccolo Eden fatto di terra e speranza e riacceso una connessione reale con la vita

Premessa

La coltivazione dell’olivo ha come scopo principale la raccolta dei frutti per la produzione di Olio.

L’olio d’oliva extravergine, un vero medicinale oltre che alimento gustoso per il nostro organismo, è in sostanza una spremuta di frutti freschi, le olive.

Per questi motivi ci impegniamo a coltivare al meglio la pianta volendo arrivare alla raccolta e in seguito alla frangitura con dei frutti oltre che giustamente maturi, anche il più possibile sani.

La mosca olearia – antagonista per eccellenza della coltivazione dell’olivo – è certamente il principale concorrente alla produzione di olio evo di qualità.

Infatti, lo sviluppo dell’insetto si svolge a carico delle olive rovinandone così la polpa e perciò compromettendone decisamente il loro stato sanitario. In seguito a questo la produzione di olio risulta diminuita in quantità e deprezzata in qualità.

Il primo passo per contrastare – biologicamente s’intende – l’azione di un antagonista è farci “amicizia”, ovvero studiarlo per conoscerlo nell’intimità.

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Il rinvaso degli agrumi

Arancio su telo da lavoro
#photopissi.

PREMESSA

Le coltivazioni in vaso evocano sempre un’attenzione e un affetto particolare per le piante, come se, obbligandole a crescere lì, le volessimo coccolare e averle sempre vicino a noi.

Romanticismo a parte, proprio perché il vaso è un ambiente di coltivazione artificiale dobbiamo riservare alle piante cure specifiche e sicuramente più frequenti, rispetto a quando coltiviamo in piena terra. Il rinvaso è una di queste pratiche.

RINVASO, SIGNIFICATO E SCOPO

Il rinvaso è la tecnica agronomica di coltivazione che serve a mantenere idonea la dimora delle radici, cioè tutto il “sistema vaso” ovvero il contenitore che raccoglie: drenaggio, substrato di coltura e apparato radicale della pianta, che vive al suo interno.

Le radici, sviluppandosi nel vaso, tendono nel tempo ad esaurire il loro spazio e terreno a disposizione, perciò, dopo un periodo di tempo arriveranno in contatto sia sulle pareti del contenitore che sul fondo, verso il drenaggio, a questo punto la pianta può manifestare una riduzione di crescita e vigoria vegetativa, la chioma si manifesta meno rigogliosa e da questo si intuisce che è giunto il momento di praticare il rinvaso.   

IMPORTANTE: il rinvaso non prevede, necessariamente, l’aumento del volume del contenitore.

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